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Ji Jian Calabria IGT
Pronto, sono Andy Luotto, ci vediamo sabato nel primo pomeriggio. È il 29 giugno 2019…. Viaggio in treno dimmi dove devo scendere. Andy ha mantenuto la promessa, fatta qualche mese prima, faremo un evento a quattro mani con Giovanna disse, perché oltre che a divertirmi con voi sono tanto curioso di questa melanzana violetta di Longobardi. Tra giugno e luglio entrerò nella vostra cucina. Ci sono solo pochi giorni per organizzare tutto, si parte dalla cucina: fiore di zucca (farcito con ricotta e caciocavallo podolico); calabresella (sorta di parmigiana, con melanzana violetta di Longobardi de.co.); risotto di Sibari con limone di Longobardi; pasta con pomodoro di Belmonte; frittata ‘du Scuru (frittata di patate senza uova); capocollo di maiale nero calabrese con frutta secca; crumble con confettura di anona e frutta secca. In cucina ci siamo, ora bisogna pensare al vino. Qualche mese prima, il mio amico Roberto Polisicchio, mi aveva aperto il contatto con una nuova cantina che si chiama Menat. Fu una piacevole conversazione, quando telefonai, ma i vini non erano ancora pronti. Li richiamo -mi sono detto- e così fu. Il vino era finalmente pronto, e fu così che vennero a presentare, in anteprima, i loro vini Gianni Lonetti e Nicola Finotto, due dei soci della cantina Menat. Pensai che, non dovevo “vendere” quella serata, ma renderla un incontro di lavoro, un’opportunità per fare incontrare addetti ai lavori (produttori), consumatori, noi padroni di casa e Andy. Avrei voluto invitare il mondo, ma si fa presto ad arrivare a 16. A me piace fare rete e almeno una volta l’anno metto in piedi cose verosimili, colazioni dove ci si guarda negli occhi, si dà il giusto valore al tempo e magari nascono nuove idee. Arriva il sabato, vado in stazione a prendere Andy e facciamo subito un giro ad Amantea, sosta da Alfonso Mazzuca, gelato da Sicoli, peperoncino da Giancarlo Suriano e fichi da Giulia Colavolpe a Belmonte Calabro. Lo accompagno a Longobardi all’hotel Gaudio e poi centro storico. L’ appuntamento con la cucina è fissato per l’indomani mattina. Si divertirono molto a cucinare e vennero fuori delle cose straordinarie. Andy rimase folgorato dalla dolcezza della melanzana violetta di Longobardi de.co. (la più buona del mondo!), tanto da farsi accompagnare da Salimbene a farsela tatuare da: Valering Tatoo! Andy è una persona piacevolissima, di fine intelligenza, capace e per bene. Si fa presto a diventare amici. Il cibo venne sostenuto dal Greko 2018, e da due vini rosa, uno dei due si chiamava Ji Jan (2018, strepitoso) sembrava la base per un metodo classico. Il carattere di questi vini mi convince. Chissà…! Ji Jian Denominazione: Calabria IGT Anno: 2019 Tipologia: vino rosa fermo Vitigni: gaglioppo 100% Formato: bottiglia 75 cl ℮ Alcool: 13,5 % Vol. Vinificazione con fermentazione spontanea in kvevri (anfore) georgiani. Affina negli stessi contenitori. Il tutto senza l’ausilio di alcun prodotto esogeno. Non filtrato. Vino di pronta beva ma se qualche bottiglia la conservate ne sentirete l’evoluzione. Abbinamenti: bene con le polpette di melanzane, con il tortino di melanzana violetta di Longobardi de.co., con il sushi e con la panada sarda. Costo della bottiglia € 25,00 Un libro accanto: Tracce di cucina di Calabria di Pinuccio Alia ed. Città del Sole
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BERBICARO Terre di Cosenza DOP sottozona Verbicaro
Ogni qualvolta sento parlare di Verbicaro, torno indietro nel tempo, e penso a tutte le volte che da bambino la curiosità di conoscere e la voglia di poter visitare questa comunità erano in me tanto forti. Verbicaro è da sempre sinonimo: terra di grandi uve e di grandi vini. Ricordo con piacere che mio padre il cui nome di battesimo era Salvatore, insieme ai suoi fratelli Eugenio e Luigi, nel periodo della vendemmia si recava a Verbicaro a comprare l’uva. Luigi ed Eugenio avevano la loro vigna (di anno in anno si accaparravano sempre dallo stesso contadino il pezzo di vigneto, che loro stessi andavano a raccogliere), mio padre alternava Verbicaro con Sambiase. Non era l’epoca dei cellulari e nemmeno tutti avevano in casa il telefono, la formula che dava più garanzie era la stretta di mano (altro che carta bollata)! Sempre nello stesso periodo entrava in gioco un altro fratello, Umberto, che però non abitava a Longobardi bensì a Fuscaldo, ma che di tutti diventava quello più determinante, era l’unico motorizzato. Con la sua ape 50 Piaggio, di colore giallo, iniziava a macinare chilometri. Quanta fatica! Dei quattro non so chi facesse il vino migliore. Una sola certezza: nessuno la dava vinta all’altro! I giudici erano altri due fratelli, Settimio e Francesco, entrambi emigrati nella provincia di Milano (uno a Corbetta e uno a Santo Stefano Ticino), lavoravano tutti e due all’Alfa Romeo di Arese. E puntualmente ogni anno si facevano gran belle bevute e rimandavano il verdetto all’anno successivo! Sono andato a Verbicaro da adulto e ci sono andato proprio in occasione dell’inaugurazione di una cantina: la Verbicaro Viti e Vini. Fu Mario Reda (stimato professionista e conoscitore nonché divulgatore delle eccellenze calabresi) ad invitarmi. Ricordo ancora le belle parole dell’allora arcivescovo Monsignor Crusco. E tutti gli anni mi reco in questa comunità a comprare un altro prodotto di eccellenza: i panicelli! Verbicaro è un territorio altamente vocato alla viticoltura e finalmente esprime racconti con i propri vini sulle tavole di chi ascolta il buono! BERBICARO Denominazione: Terre di Cosenza DOP sottozona Verbicaro Anno: 2018 Tipologia: vino rosso fermo Vitigni: magliocco e greco nero Formato: bottiglia 75 cl ℮ Alcool: 12,5 % Vol. Vinificazione in serbatoi di acciaio termocondizionati. Affinamento 3 mesi in acciaio poi e ancora riposo in bottiglia per 4 mesi prima di essere immesso sul mercato. Vino non eccessivamente impegnativo, che da piacevolezza nei primi anni di vita. Abbinamenti: va a nozze con un bel plateau di salumi e formaggi, ma accompagna bene anche delle tagliatelle con sugo di ‘nnuglia, oppure un cannerone con fagioli, ma anche una pizza gourmet un tantino più impegnativa. Prodotto in Calabria Costo della bottiglia € 9,50 Un libro accanto: Callipo dal 1913 di Gianfranco Manfredi ed. Rubbettino
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LAOS RISERVA Terre di Cosenza DOP sottozona Verbicaro
Ogni qualvolta sento parlare di Verbicaro, torno indietro nel tempo, e penso a tutte le volte che da bambino la curiosità di conoscere e la voglia di poter visitare questa comunità erano in me tanto forti. Verbicaro è da sempre sinonimo: terra di grandi uve e di grandi vini. Ricordo con piacere che mio padre il cui nome di battesimo era Salvatore, insieme ai suoi fratelli Eugenio e Luigi, nel periodo della vendemmia si recava a Verbicaro a comprare l’uva. Luigi ed Eugenio avevano la loro vigna (di anno in anno si accaparravano sempre dallo stesso contadino il pezzo di vigneto, che loro stessi andavano a raccogliere), mio padre alternava Verbicaro con Sambiase. Non era l’epoca dei cellulari e nemmeno tutti avevano in casa il telefono, la formula che dava più garanzie era la stretta di mano (altro che carta bollata)! Sempre nello stesso periodo entrava in gioco un altro fratello, Umberto, che però non abitava a Longobardi bensì a Fuscaldo, ma che di tutti diventava quello più determinante, era l’unico motorizzato. Con la sua ape 50 Piaggio, di colore giallo, iniziava a macinare chilometri. Quanta fatica! Dei quattro non so chi facesse il vino migliore. Una sola certezza: nessuno la dava vinta all’altro! I giudici erano altri due fratelli, Settimio e Francesco, entrambi emigrati nella provincia di Milano (uno a Corbetta e uno a Santo Stefano Ticino), lavoravano tutti e due all’Alfa Romeo di Arese. E puntualmente ogni anno si facevano gran belle bevute e rimandavano il verdetto all’anno successivo! Sono andato a Verbicaro da adulto e ci sono andato proprio in occasione dell’inaugurazione di una cantina: la Verbicaro Viti e Vini. Fu Mario Reda (stimato professionista e conoscitore nonché divulgatore delle eccellenze calabresi) ad invitarmi. Ricordo ancora le belle parole dell’allora arcivescovo Monsignor Crusco. E tutti gli anni mi reco in questa comunità a comprare un altro prodotto di eccellenza: i panicelli! Verbicaro è un territorio altamente vocato alla viticoltura e finalmente esprime racconti con i propri vini sulle tavole di chi ascolta il buono! LAOS RISERVA Denominazione: Terre di Cosenza DOP sottozona Verbicaro Anno: 2016 Tipologia: vino rosso fermo Vitigni: magliocco, greco nero e piccole percentuali di malvasia bianca Formato: bottiglia 75 cl ℮ Alcool: 14 % Vol. Vinificazione in serbatoi di acciaio termocondizionati. Affinamento 6 mesi in acciaio poi 12 mesi in rovere francese e ancora riposo in bottiglia per qualche mese prima di essere immesso sul mercato. Vino autorevole che ben gli starebbe il ruolo prestigioso di ambasciatore della terra di Calabria. Longevo con tanto da raccontare. Abbinamenti: con una bistecca (taglio fiorentina) di podolica, di chianina, di wagyu, di fassona…; con un brasato di manzo; con uno stufato di maiale; con la carne di capra. Ma anche con dei primi piatti importanti. Prodotto in Calabria Costo della bottiglia € 25,00 Un libro accanto: L’ascolto dei sapori di Giovanna Ruo Berchera & Paolo Massobrio ed. Comunica
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Cirò rosso classico superiore Riserva
L’incontro con questa cantina nasce da una telefonata che io faccio al mio amico Antonio Abbruzzino, del ristorante Abbruzzino, stella Michelin della mia Regione. Avevo incontrato qualche giorno prima Antonio e la moglie Rosetta a Magnatum la degusteria, e fatto con loro una lunga chiacchiera sulla carta dei vini che entrambi volevamo riformare. È da quel lungo confronto che nacquero nuove idee. Ricordo che era metà mattina e Antonio nel rispondermi mi disse: “ho appena parlato di te…qui c’è Calabretta e gli sto facendo un ordine, tu che ne pensi dei suoi vini”? La mia risposta fu secca. Non li conosco, però una persona di cui mi fido molto me ne ha parlato in maniera entusiastica. Sono dell’idea che bisogna essere sempre leali, non fare gli esperti per sentito dire. Non passarono molti giorni (siamo a dicembre 2015) e Cataldo Calabretta venne a farmi visita con il suo agente Pino Guzzo. Mi raccontò tanto e mi lasciò anche una campionatura da provare. Il Cirò rosso classico superiore e il Cirò bianco furono i miei vini d’elezione della stagione 2016. Devo a Cataldo la conoscenza del mondo FIVI (federazione italiana vignaioli), ma anche l’amicizia vera di Roberto Polisicchio che di professione fa il dottore commercialista, ma è altresì cultore di cibo e vino, nonché bella penna! Touchè. Denominazione: Cirò rosso classico superiore Riserva Anno: 2013 (vino biologico certificato) Tipologia: vino rosso fermo Vitigni: gaglioppo 100% Formato: bottiglia 75 cl ℮ Alcool: 14,5% Vol. Vinificazione spontanea con lieviti indigeni. Affinamento in vasche di cemento per 24 mesi. Vino con un bel caratterino, è il Cirò che non ti aspetti, non facile, ma è uno di quei vini che ha tanto da raccontare e merita anche tanto ascolto. Poi un poco alla volta, te ne innamori perdutamente!! Qualche bottiglia andrebbe stipata…. Abbinamenti: cannelloni con pasticcio di vitellone, pasta e fagioli (meglio se ‘du Piru), stufato di manzo, polpette di manzo, carrè di abbacchio con patate, arista di maiale…. Regione che vai…piatto che trovi… Prodotto in Calabria Costo della bottiglia € 30,00 Un libro accanto: Ricettario di Cucina Curcio Editore
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Cirò rosso classico superiore Riserva
L’incontro con questa cantina nasce da una telefonata che io faccio al mio amico Antonio Abbruzzino, del ristorante Abbruzzino, stella Michelin della mia Regione. Avevo incontrato qualche giorno prima Antonio e la moglie Rosetta a Magnatum la degusteria, e fatto con loro una lunga chiacchiera sulla carta dei vini che entrambi volevamo riformare. È da quel lungo confronto che nacquero nuove idee. Ricordo che era metà mattina e Antonio nel rispondermi mi disse: “ho appena parlato di te…qui c’è Calabretta e gli sto facendo un ordine, tu che ne pensi dei suoi vini”? La mia risposta fu secca. Non li conosco, però una persona di cui mi fido molto me ne ha parlato in maniera entusiastica. Sono dell’idea che bisogna essere sempre leali, non fare gli esperti per sentito dire. Non passarono molti giorni (siamo a dicembre 2015) e Cataldo Calabretta venne a farmi visita con il suo agente Pino Guzzo. Mi raccontò tanto e mi lasciò anche una campionatura da provare. Il Cirò rosso classico superiore e il Cirò bianco furono i miei vini d’elezione della stagione 2016. Devo a Cataldo la conoscenza del mondo FIVI (federazione italiana vignaioli), ma anche l’amicizia vera di Roberto Polisicchio che di professione fa il dottore commercialista, ma è altresì cultore di cibo e vino, nonché bella penna! Touchè. Denominazione: Cirò rosso classico superiore Riserva Anno: 2013 (vino biologico certificato) Tipologia: vino rosso fermo Vitigni: gaglioppo 100% Formato: bottiglia 150 cl ℮ Alcool: 14,5% Vol. Vinificazione spontanea con lieviti indigeni. Affinamento in vasche di cemento per 24 mesi. Vino con un bel caratterino, è il Cirò che non ti aspetti, non facile, ma è uno di quei vini che ha tanto da raccontare e merita anche tanto ascolto. Poi un poco alla volta, te ne innamori perdutamente!! Qualche bottiglia andrebbe stipata…. Abbinamenti: cannelloni con pasticcio di vitellone, pasta e fagioli (meglio se ‘du Piru), stufato di manzo, polpette di manzo, carrè di abbacchio con patate, arista di maiale…. Regione che vai…piatto che trovi… Prodotto in Calabria Costo della bottiglia € 50,00 Un libro accanto: Made in Calbaria - la rete delle eccellenze calabresi - di Piero Muscari comunicazione
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ALCHIMIA PASSITO Calabria IGP
Quello che ha realizzato Giovanni in questa terra, se fossi chiamato in causa io, per collocarlo in una categoria, gli darei questo appellativo: EVENTI EXTRAORDINARI!! Proprio così, un ragazzo giovanissimo, con una formazione anche accademica in cassaforte, che decide di lasciare Tagliacozzo per approdare a Francavilla Angitola, sua terra di origine (il papà era partito da qui). Con le mani in vigna, decide di riprendere un allevamento di una vite che, seppur ancora presente, rischiava di andare persa, lo zibibbo di Pizzo. Per niente facile all’inizio, ma la giusta dose di spregiudicatezza, che ben convive in lui, con l’altra parte logica, gli consente di proseguire. Dargli una lettura oggi a distanza di anni risulta facile. Del suo zibibbo vinificato secco ne parla il Mondo. La sua azienda è diventata meta di chi arriva in Calabria (se lo chiamate prima vi propone una visita guidata nel piccolo comune dell’entroterra collinare del Mar Tirreno, da non perdere). Oggi grazie a questa capacità, sono nate nuove giovani aziende vitivinicole che hanno puntato sull’allevamento dello Zibibbo ottenendo ottimi risultati (la forza dello stare insieme). Vinificare queste uve quando Giovanni ha iniziato non era consentito! Ricordo quando la mia amica Motoko Iwasaki mi disse che stava accompagnando in Italia la prof.ssa Kaori Kakinuma, dell’Università Statale di Tohoku (Giappone), considerata una delle Università più prestigiose del Mondo, per prendere coscienza dello sviluppo dell’agricoltura biologica in Europa, e che sarebbero venute anche in Calabria, non esitai un solo istante a segnalarle, tra l’altro, questa importante realtà. Chiaro che anche lo Zibibbo versione passito ammalia, così come l’ultimo nato in azienda Benvenuto (ad oggi), l’Orange ottenuto sempre da Zibibbo. Cin ALCHIMIA Denominazione: Calabria IGP Anno: 2019 Tipologia: vino passito Vitigni: zibibbo 100% presidio slow food “zibibbo di Pizzo” Formato: bottiglia 50 cl ℮ Alcool: 14,5 Vol. Vinificazione: dopo la pressatura soffice, avviene la sedimentazione del mosto e fermentazione a temperatura controllata in acciaio, maturazione su fecce nobili poi in bottiglia. Vino longevo e di lungo corso, la buona struttura lascia presagire almeno una dozzina di buona vita. con lo spigolo di calabresità a corredo!! Abbinamenti: dolci tradizionali delle varie regioni d’Italia come: la tortoniata lodigiana, il pandolce genovese, gli amaretti di Sassello, la pitta San Martino di Seminara, i roccocò napoletani…ma anche formaggi adulti. Un vino che non ama distrazioni Prodotto in Calabria Un libro accanto: Do not disturb di Gianni Versace ed. Leonardo Arte Disponibili le annate 2017 14,5% Vol. e 2018 14,5% Vol.
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ZIBIBBO Calabria IGP
Quello che ha realizzato Giovanni in questa terra, se fossi chiamato in causa io, per collocarlo in una categoria, gli darei questo appellativo: EVENTI EXTRAORDINARI!! Proprio così, un ragazzo giovanissimo, con una formazione anche accademica in cassaforte, che decide di lasciare Tagliacozzo per approdare a Francavilla Angitola, sua terra di origine (il papà era partito da qui). Con le mani in vigna, decide di riprendere un allevamento di una vite che, seppur ancora presente, rischiava di andare persa, lo zibibbo di Pizzo. Per niente facile all’inizio, ma la giusta dose di spregiudicatezza, che ben convive in lui, con l’altra parte logica, gli consente di proseguire. Dargli una lettura oggi a distanza di anni risulta facile. Del suo zibibbo vinificato secco ne parla il Mondo. La sua azienda è diventata meta di chi arriva in Calabria (se lo chiamate prima vi propone una visita guidata nel piccolo comune dell’entroterra collinare del Mar Tirreno, da non perdere). Oggi grazie a questa capacità, sono nate nuove giovani aziende vitivinicole che hanno puntato sull’allevamento dello Zibibbo ottenendo ottimi risultati (la forza dello stare insieme). Vinificare queste uve quando Giovanni ha iniziato non era consentito! Ricordo quando la mia amica Motoko Iwasaki mi disse che stava accompagnando in Italia la prof.ssa Kaori Kakinuma, dell’Università Statale di Tohoku (Giappone), considerata una delle Università più prestigiose del Mondo, per prendere coscienza dello sviluppo dell’agricoltura biologica in Europa, e che sarebbero venute anche in Calabria, non esitai un solo istante a segnalarle, tra l’altro, questa importante realtà. Chiaro che anche lo Zibibbo versione passito ammalia, così come l’ultimo nato in azienda Benvenuto (ad oggi), l’Orange ottenuto sempre da Zibibbo. Cin ZIBIBBO Denominazione: Calabria IGP Anno: 2019 Tipologia: vino bianco fermo Vitigni: zibibbo 100% presidio slow food “zibibbo di Pizzo” Formato: bottiglia 0,75 cl ℮ Alcool: 13,5% Vol. Vinificazione: dopo una rigorosa selezione manuale dei grappoli, l’uva viene diraspata e delicatamente pigiata per avviare una macerazione a freddo per circa 24 0re. In seguito alla pressatura soffice, il mosto, a bassa temperatura, resta a decantare per circa 50 h. La parte limpida si avvia alla fermentazione in vasche di acciaio da 50 hl a temperatura controllata ad opera di lieviti indigeni. Fermentazione alcolica svolta sempre a temperatura controllata permettendo poi un affinamento sulle fecce fini. Affinamento in bottiglia. Vino di buona struttura in grado di tenere testa a qualche primavera (almeno 4 o 5) Abbinamenti: Uno vino secco che ha grande dinamismo. Questo gli consente di giocarsela politicamente…tiene a bada primi piatti gustosi con la presenza del pomodoro, zuppe di pesce, insalata di fagioli di Cortale con gli scampi, la calamarata di Vicidomini con seppie e funghi… Prodotto in Calabria Un libro accanto: Memoria della Calabria a cura dell' Associazione Culturale Simposio Mediterraneo distribuito da Regione Calabria Assessorato al Turismo Disponibile annata 2018 13% Vol.
€ 15,00
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MARE Calabria IGP
Quello che ha realizzato Giovanni in questa terra, se fossi chiamato in causa io, per collocarlo in una categoria, gli darei questo appellativo: EVENTI EXTRAORDINARI!! Proprio così, un ragazzo giovanissimo, con una formazione anche accademica in cassaforte, che decide di lasciare Tagliacozzo per approdare a Francavilla Angitola, sua terra di origine (il papà era partito da qui). Con le mani in vigna, decide di riprendere un allevamento di una vite che, seppur ancora presente, rischiava di andare persa, lo zibibbo di Pizzo. Per niente facile all’inizio, ma la giusta dose di spregiudicatezza, che ben convive in lui, con l’altra parte logica, gli consente di proseguire. Dargli una lettura oggi a distanza di anni risulta facile. Del suo zibibbo vinificato secco ne parla il Mondo. La sua azienda è diventata meta di chi arriva in Calabria (se lo chiamate prima vi propone una visita guidata nel piccolo comune dell’entroterra collinare del Mar Tirreno, da non perdere). Oggi grazie a questa capacità, sono nate nuove giovani aziende vitivinicole che hanno puntato sull’allevamento dello Zibibbo ottenendo ottimi risultati (la forza dello stare insieme). Vinificare queste uve quando Giovanni ha iniziato non era consentito! Ricordo quando la mia amica Motoko Iwasaki mi disse che stava accompagnando in Italia la prof.ssa Kaori Kakinuma, dell’Università Statale di Tohoku (Giappone), considerata una delle Università più prestigiose del Mondo, per prendere coscienza dello sviluppo dell’agricoltura biologica in Europa, e che sarebbero venute anche in Calabria, non esitai un solo istante a segnalarle, tra l’altro, questa importante realtà. Chiaro che anche lo Zibibbo versione passito ammalia, così come l’ultimo nato in azienda Benvenuto (ad oggi), l’Orange ottenuto sempre da Zibibbo. Cin MARE Denominazione: Calabria IGP Anno: 2018 Tipologia: vino bianco fermo Vitigni: zibibbo e malvasia Formato: bottiglia 0,75 cl ℮ Alcool: 13,5% Vol. Vinificazione: le uve, dopo una pressatura soffice, vengono vinificate in vasi vinari d’acciaio termo-controllati ad una temperatura di circa 15°C. A fine fermentazione, segue un primo travaso per eliminare le fecce grossolane e la maturazione prosegue, in vasi vinari d’acciaio termocontrollati, su fecce fini, con successivo affinamento in bottiglia. Vino di buona struttura, in continua evoluzione. Un bianco che si fa mettere alla prova. Abbinamenti: con un crudo di mare, con un risotto alla marinara oppure al pesce gatto. Ottimo con del pesce cotto nel forno oppure con le rane fritte. Prodotto in Calabria Costo della bottiglia € 13,50 Un libro accanto: Il Vignaiolo di Paolo Massobrio & Andrea Sinigaglia ed. Il Saggiatore
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