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DUCA SAN FELICE Cirò Riserva Rosso Classico Superiore DOC
Ho conosciuto il prof. Nicodemo Librandi alla fine del secolo scorso (1999) mentre frequentavo con alcuni dei miei amici storici Giancarlo Stancato, Mauro Chiappetta e Nicola Mangraviti il corso di Sommelier. Lo stesso anno il Gravello prende i tre bicchieri del Gambero Rosso (per l’annata 1993). Ho avuto il piacere di conoscere anche il compianto Antonino e successivamente tutta la famiglia Librandi e parte della loro grande squadra. Da allora, molte volte, mi sono recato a Cirò con tanti amici. Ho visto “il nuovo mondo” crescere…il giardino sperimentale monovarietale (a forma di spirale) a cielo aperto più grande d’Europa, tanti nuovi vini, pubblicazioni scientifiche. Nel 2006 quando Paolo Massobrio, presidente del Club di Papillon, mi chiese di scriverne sul periodico Papillon, dico di loro: - …con la compostezza dei forti e con capacità da “sarti”…-. Nicodemo sta ricucendo il “rapporto” naturale Terra-Vite-Uva-Vino con risultati sorprendenti; così con il mio amico Giancarlo lo abbiamo accompagnato con il prof. Attilio Scienza, uno dei massimi esperti mondiali di viticoltura, a visitare numerosi vitigni storici nelle campagne che si affacciano sulla parte di Tirreno in cui vivo. Tutte le cantine si sa... sono molto personali, ma chi decide di ascoltare la Calabria del vino non può farsi mancare una bottiglia con l’abitino Librandi! DUCA SAN FELICE Denominazione: Cirò Riserva Rosso Classico Superiore DOC Anno: 2013 Tipologia: vino rosso fermo Vitigni: gaglioppo 100% Formato: bottiglia 3lt ℮ Alcool: 13,5 Vol. Vinificazione in acciaio con macerazione di 7/10 giorni. Affinamento in acciaio e cemento, dove riposa per due anni, con una permanenza in bottiglia di alcuni mesi prima della commercializzazione. Vino longevo con carattere meridionale di buona persistenza. Abbinamenti: con tagliatelle al ragù, oppure con stinco di maiale al forno, anatra alla cacciatora, una salama da sugo. È grande questo Cirò Prodotto in Calabria Costo della bottiglia € 70,00 Un libro accanto: Vocabolario in Dialetto Calabrese (3 vol) di Luigi Accattatis ed. Brenner
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MAGNO MEGONIO Val di Neto IGT
Ho conosciuto il prof. Nicodemo Librandi alla fine del secolo scorso (1999) mentre frequentavo con alcuni dei miei amici storici Giancarlo Stancato, Mauro Chiappetta e Nicola Mangraviti il corso di Sommelier. Lo stesso anno il Gravello prende i tre bicchieri del Gambero Rosso (per l’annata 1993). Ho avuto il piacere di conoscere anche il compianto Antonino e successivamente tutta la famiglia Librandi e parte della loro grande squadra. Da allora, molte volte, mi sono recato a Cirò con tanti amici. Ho visto “il nuovo mondo” crescere…il giardino sperimentale monovarietale (a forma di spirale) a cielo aperto più grande d’Europa, tanti nuovi vini, pubblicazioni scientifiche. Nel 2006 quando Paolo Massobrio, presidente del Club di Papillon, mi chiese di scriverne sul periodico Papillon, dico di loro: - …con la compostezza dei forti e con capacità da “sarti”…-. Nicodemo sta ricucendo il “rapporto” naturale Terra-Vite-Uva-Vino con risultati sorprendenti; così con il mio amico Giancarlo lo abbiamo accompagnato con il prof. Attilio Scienza, uno dei massimi esperti mondiali di viticoltura, a visitare numerosi vitigni storici nelle campagne che si affacciano sulla parte di Tirreno in cui vivo. Tutte le cantine si sa... sono molto personali, ma chi decide di ascoltare la Calabria del vino non può farsi mancare una bottiglia con l’abitino Librandi! MAGNO MEGONIO Denominazione: Val di Neto IGT Anno: 2014 Tipologia: vino rosso fermo Vitigni: magliocco 100% Formato: bottiglia 75 cl ℮ Alcool: 14,0% Vol. Vinificazione in acciaio, con macerazione di 15 giorni. Affinamento in barrique di Allier per 12 mesi, con una permanenza in bottiglia di 6 mesi prima della commercializzazione. Vino di forte personalità e di lunga permanenza! Ha capacità di espressione immediata, ma se si ha pazienza di custodirlo…creerà in voi la voglia di un racconto!!! Abbinamenti: ragù napoletano (quello vero, cotto a fuoco dolce), brasato di manzo, brasato d’asino, ‘a frittata ‘i carnulevaru di Amantea. Un vino che trova matrimonio sicuro in tutte le Regioni d’Italia. Prodotto in Calabria Un libro accanto: La Diversità Arbëreshe ( 4 vol) di Damiano Guagliardi ed. Falco Disponibile annata 2010 14% Vol
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MAGNO MEGONIO Val di Neto IGT
Ho conosciuto il prof. Nicodemo Librandi alla fine del secolo scorso (1999) mentre frequentavo con alcuni dei miei amici storici Giancarlo Stancato, Mauro Chiappetta e Nicola Mangraviti il corso di Sommelier. Lo stesso anno il Gravello prende i tre bicchieri del Gambero Rosso (per l’annata 1993). Ho avuto il piacere di conoscere anche il compianto Antonino e successivamente tutta la famiglia Librandi e parte della loro grande squadra. Da allora, molte volte, mi sono recato a Cirò con tanti amici. Ho visto “il nuovo mondo” crescere…il giardino sperimentale monovarietale (a forma di spirale) a cielo aperto più grande d’Europa, tanti nuovi vini, pubblicazioni scientifiche. Nel 2006 quando Paolo Massobrio, presidente del Club di Papillon, mi chiese di scriverne sul periodico Papillon, dico di loro: - …con la compostezza dei forti e con capacità da “sarti”…-. Nicodemo sta ricucendo il “rapporto” naturale Terra-Vite-Uva-Vino con risultati sorprendenti; così con il mio amico Giancarlo lo abbiamo accompagnato con il prof. Attilio Scienza, uno dei massimi esperti mondiali di viticoltura, a visitare numerosi vitigni storici nelle campagne che si affacciano sulla parte di Tirreno in cui vivo. Tutte le cantine si sa... sono molto personali, ma chi decide di ascoltare la Calabria del vino non può farsi mancare una bottiglia con l’abitino Librandi! MAGNO MEGONIO Denominazione: Val di Neto IGT Anno: 2017 Tipologia: vino rosso fermo Vitigni: magliocco 100% Formato: bottiglia 12lt ℮ Alcool: 14,5% Vol. Vinificazione in acciaio, con macerazione di 15 giorni. Affinamento in barrique di Allier per 12 mesi, con una permanenza in bottiglia di 6 mesi prima della commercializzazione. Vino di forte personalità e di lunga permanenza! Ha capacità di espressione immediata, ma se si ha pazienza di custodirlo…creerà in voi la voglia di un racconto!!! Abbinamenti: ragù napoletano (quello vero, cotto a fuoco dolce), brasato di manzo, brasato d’asino, ‘a frittata ‘i carnulevaru di Amantea. Un vino che trova matrimonio sicuro in tutte le Regioni d’Italia. Prodotto in Calabria Costo della bottiglia € 280,00 Un libro accanto: Genti di Calabria a cura di P. De Leo Editalia
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EFESO Val di Neto IGT
Ho conosciuto il prof. Nicodemo Librandi alla fine del secolo scorso (1999) mentre frequentavo con alcuni dei miei amici storici Giancarlo Stancato, Mauro Chiappetta e Nicola Mangraviti il corso di Sommelier. Lo stesso anno il Gravello prende i tre bicchieri del Gambero Rosso (per l’annata 1993). Ho avuto il piacere di conoscere anche il compianto Antonino e successivamente tutta la famiglia Librandi e parte della loro grande squadra. Da allora, molte volte, mi sono recato a Cirò con tanti amici. Ho visto “il nuovo mondo” crescere…il giardino sperimentale monovarietale (a forma di spirale) a cielo aperto più grande d’Europa, tanti nuovi vini, pubblicazioni scientifiche. Nel 2006 quando Paolo Massobrio, presidente del Club di Papillon, mi chiese di scriverne sul periodico Papillon, dico di loro: - …con la compostezza dei forti e con capacità da “sarti”…-. Nicodemo sta ricucendo il “rapporto” naturale Terra-Vite-Uva-Vino con risultati sorprendenti; così con il mio amico Giancarlo lo abbiamo accompagnato con il prof. Attilio Scienza, uno dei massimi esperti mondiali di viticoltura, a visitare numerosi vitigni storici nelle campagne che si affacciano sulla parte di Tirreno in cui vivo. Tutte le cantine si sa... sono molto personali, ma chi decide di ascoltare la Calabria del vino non può farsi mancare una bottiglia con l’abitino Librandi! EFESO Denominazione: Val di Neto IGT Anno: 2015 Tipologia: vino bianco fermo Vitigni: Mantonico 100% Formato: bottiglia 75 cl ℮ Alcool: 14 % Vol. Vinificazione: pressatura soffice delle uve e fermentazione in barrique. Affinamento in barrique di Allier, con affinamento sui lieviti per circa 6 mesi prima della commercializzazione. Vino bianco fermo di carattere, di spalle larghe, con all’orizzonte tante primavere da vivere! Una nota: il 23 giugno 2017 presso Magnatum la degusteria, si tenne una colazione di lavoro importante. Tra i commensali: produttori di cose buone, giornalisti, amministratori pubblici e consumatori attenti. Si beve calabrese, ma non i vini dei produttori presenti. Tranne che...la sorpresa (un omaggio) che il giornalista Maurizio Pescari, uno dei massimi esperti di olio (fresco di stampa il suo libro L'olio e gli altri ingredienti della nostra vita ed. Rubbettino), riserva al professor Nicodemo Librandi (tra i presenti). Da San Mariano di Corciano porta una Magnum di Efeso 2007, fu un tripudio...da farne nascere un racconto! Abbinamenti: un bianco originale e di forte personalità, tiene per mano la cucina di mare, felice il legame con primi piatti saporiti, carni bianche e se avete un taleggio giusto…procedete. Prodotto in Calabria Costo della bottiglia € 20,00 Un libro accanto: Storia dell'acqua a cura di Vito Teti ed. Donzelli
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Cirò rosso classico superiore DOC
L’incontro con questa cantina nasce da una telefonata che io faccio al mio amico Antonio Abbruzzino, del ristorante Abbruzzino, stella Michelin della mia Regione. Avevo incontrato qualche giorno prima Antonio e la moglie Rosetta a Magnatum la degusteria, e fatto con loro una lunga chiacchiera sulla carta dei vini che entrambi volevamo riformare. È da quel lungo confronto che nacquero nuove idee. Ricordo che era metà mattina e Antonio nel rispondermi mi disse: “ho appena parlato di te…qui c’è Calabretta e gli sto facendo un ordine, tu che ne pensi dei suoi vini”? La mia risposta fu secca. Non li conosco, però una persona di cui mi fido molto me ne ha parlato in maniera entusiastica. Sono dell’idea che bisogna essere sempre leali, non fare gli esperti per sentito dire. Non passarono molti giorni (siamo a dicembre 2015) e Cataldo Calabretta venne a farmi visita con il suo agente Pino Guzzo. Mi raccontò tanto e mi lasciò anche una campionatura da provare. Il Cirò rosso classico superiore e il Cirò bianco furono i miei vini d’elezione della stagione 2016. Devo a Cataldo la conoscenza del mondo FIVI (federazione italiana vignaioli), ma anche l’amicizia vera di Roberto Polisicchio che di professione fa il dottore commercialista, ma è altresì cultore di cibo e vino, nonché bella penna! Touchè. Denominazione: Cirò rosso classico superiore DOC Anno: 2016 (vino biologico certificato) Tipologia: vino rosso fermo Vitigni: gaglioppo 100% Formato: bottiglia 75 cl ℮ Alcool: 14% Vol. Vinificazione spontanea con lieviti indigeni. Affinamento in vasche di cemento per 10/12 mesi. Vino con un bel caratterino, è il Cirò che non ti aspetti, non facile, ma è uno di quei vini che ha tanto da raccontare e merita anche tanto ascolto. Poi un poco alla volta, te ne innamori perdutamente!! Qualche bottiglia andrebbe stipata…. Abbinamenti: Cannelloni con pasticcio di vitellone, Pasta e fagioli (meglio se ‘du Piru), stufato di manzo, polpette di manzo, carrè di abbacchio con patate, arista di maiale…. Regione che vai…piatto che trovi… Prodotto in Calabria Costo della bottiglia € 14,00 Un libro accanto: Calabria – I Capolavori – Regione Calabria assessorato agricoltura caccia e pesca
€ 14,00
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ALICANTE ROSATO
L’incontro con questa cantina nasce da una telefonata che io faccio al mio amico Antonio Abbruzzino, del ristorante Abbruzzino, stella Michelin della mia Regione. Avevo incontrato qualche giorno prima Antonio e la moglie Rosetta a Magnatum la degusteria, e fatto con loro una lunga chiacchiera sulla carta dei vini che entrambi volevamo riformare. È da quel lungo confronto che nacquero nuove idee. Ricordo che era metà mattina e Antonio nel rispondermi mi disse: “ho appena parlato di te…qui c’è Calabretta e gli sto facendo un ordine, tu che ne pensi dei suoi vini”? La mia risposta fu secca. Non li conosco, però una persona di cui mi fido molto me ne ha parlato in maniera entusiastica. Sono dell’idea che bisogna essere sempre leali, non fare gli esperti per sentito dire. Non passarono molti giorni (siamo a dicembre 2015) e Cataldo Calabretta venne a farmi visita con il suo agente Pino Guzzo. Mi raccontò tanto e mi lasciò anche una campionatura da provare. Il Cirò rosso classico superiore e il Cirò bianco furono i miei vini d’elezione della stagione 2016. Devo a Cataldo la conoscenza del mondo FIVI (federazione italiana vignaioli), ma anche l’amicizia vera di Roberto Polisicchio che di professione fa il dottore commercialista, ma è altresì cultore di cibo e vino, nonché bella penna! Touchè. ALICANTE ROSATO Denominazione: Calabria IGP Anno: 2019 (vino biologico certificato) Tipologia: vino rosato fermo Vitigni: alicante 100% Formato: bottiglia 75 cl ℮ Alcool: 12% Vol. Vinificazione spontanea con lieviti indigeni. Affinamento in acciaio 6 mesi, bàtonnage sui lieviti. Vino rosa elegante che richiama l’attenzione, sicuramente da chiacchiera. In chiara e continua evoluzione. Abbinamenti: con del crudo di Mangalica, con una zuppa di cipolle, con un risotto alla marinara e perché no… nella stagione estiva con una stroncatura alici e mollica. Questi rosa sono fantastici! Ops… non troppo freddo, mi raccomando. Prodotto in Calabria Costo della bottiglia € 12,00 Un libro accanto: Il banchetto di nozze e altri sapori di Carmine Abate ed. Mondadori
€ 12,00
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Vai al carrello€ 16,00
DON FILIPPO Terre di Cosenza Donnici rosso DOP
Qualche anno fa, una sera a cena a Magnatum la degusteria, mentre raccontavo della Frittata ‘du Scuru di Longobardi de.co. (una frittata di patate senza uovo), uno dei commensali esordì dicendomi: forse tu il Don Filippo lo apprezzeresti. Registrai quel nome pronunciatomi, avevo capito che si trattava di un vino anche se non potei approfondire, il locale era strapieno (16 sedie tutte occupate da ospiti). Dopo qualche giorno, iniziai la mia ricerca. Non tardai a trovarlo, si trattava di un Donnici. Chiamai subito al numero che avevo reperito e a rispondermi fu Pasquale, il nipote del titolare. Il vino arrivò subito, a portarmelo fu proprio Pasquale. Ne aprii immediatamente una bottiglia, non lo dimenticherò mai! Era il Don Filippo riserva 2012, solo 3000 bottiglie! Credo di avere avuto sempre un debole per il Donnici, rimasi in silenzio per alcuni minuti… poi esclamai: questo è campione del mondo! Un vino non facile, con uno spigolo di calabresità che lo contraddistingue, il carattere glielo avevano dato il magliocco e il greco nero, mentre ad educarli c’era stata la mano contadina di Eugenio Cundari. Eugenio è una persona che da giovane aveva conosciuto l’emigrazione, di rientro seppur non giovanissimo, nella sua Figline Vegliaturo, riprese un vigneto storico e fece partire la nuova avventura anche con la realizzazione della cantina. “Mio zio il vino non lo imbottiglia se non gli piace”, queste furono le parole che mi disse la prima volta Pasquale. Successivamente conobbi Eugenio, persona genuina, con forte passione; uno di quelli che se ti stringe la mano la senti. Mi raccontò tutto della sua creatura. Ero contento, un altro vino andava ad arricchire la mia cantina, un altro vino faceva alzare l’asticina dei vini calabresi. Ne regalai ad amici, il vino ebbe riconoscimenti importanti, fu top hundred (Gatti – Massobrio), e per un periodo fu tra i vini più ambiti in Italia!! Purtroppo, e stranamente, non ricordo chi fu a suggerirmelo, ma ho l’opportunità di ringraziarlo pubblicamente! Evviva il vino!! Evviva Eugenio!!! DON FILIPPO Denominazione: Terre di Cosenza Donnici rosso DOP Anno: 2015 Tipologia: vino rosso fermo Vitigni: magliocco 80% e greco nero 20% Formato: bottiglia 75 cl ℮ Alcool: 13,5 Vol. Vinificazione in acciaio termocondizionato. Successivamente 12 mesi in acciaio, 12 mesi in barriques con una permanenza in bottiglia di 6 mesi prima della commercializzazione. Vino longevo e di lungo corso con lo spigolo di calabresità a corredo!! Abbinamenti: La riserva 2012 ha avuto il privilegio di essere il più ambito d’Italia, e avrà avuto anche modo di incontrare la cucina delle Regioni d’Italia. Un vino che ama la terra, ma tiene testa anche con lo stocco in umido oppure con le trippette di pesce stocco. Costo della bottiglia € 16,00 Un libro accanto: Oh che bello di Tito Gaudio ed. Cartaman
€ 16,00
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Greko Calabria IGT
Pronto, sono Andy Luotto, ci vediamo sabato nel primo pomeriggio. È il 29 giugno 2019…. Viaggio in treno dimmi dove devo scendere. Andy ha mantenuto la promessa, fatta qualche mese prima, faremo un evento a quattro mani con Giovanna disse, perché oltre che a divertirmi con voi sono tanto curioso di questa melanzana violetta di Longobardi. Tra giugno e luglio entrerò nella vostra cucina. Ci sono solo pochi giorni per organizzare tutto, si parte dalla cucina: fiore di zucca (farcito con ricotta e caciocavallo podolico); calabresella (sorta di parmigiana, con melanzana violetta di Longobardi de.co.); risotto di Sibari con limone di Longobardi; pasta con pomodoro di Belmonte; frittata ‘du Scuru (frittata di patate senza uova); capocollo di maiale nero calabrese con frutta secca; crumble con confettura di anona e frutta secca. In cucina ci siamo, ora bisogna pensare al vino. Qualche mese prima, il mio amico Roberto Polisicchio, mi aveva aperto il contatto con una nuova cantina che si chiama Menat. Fu una piacevole conversazione, quando telefonai, ma i vini non erano ancora pronti. Li richiamo -mi sono detto- e così fu. Il vino era finalmente pronto, e fu così che vennero a presentare, in anteprima, i loro vini Gianni Lonetti e Nicola Finotto, due dei soci della cantina Menat. Pensai che, non dovevo “vendere” quella serata, ma renderla un incontro di lavoro, un’opportunità per fare incontrare addetti ai lavori (produttori), consumatori, noi padroni di casa e Andy. Avrei voluto invitare il mondo, ma si fa presto ad arrivare a 16. A me piace fare rete e almeno una volta l’anno metto in piedi cose verosimili, colazioni dove ci si guarda negli occhi, si dà il giusto valore al tempo e magari nascono nuove idee. Arriva il sabato, vado in stazione a prendere Andy e facciamo subito un giro ad Amantea, sosta da Alfonso Mazzuca, gelato da Sicoli, peperoncino da Giancarlo Suriano e fichi da Giulia Colavolpe a Belmonte Calabro. Lo accompagno a Longobardi all’hotel Gaudio e poi centro storico. L’ appuntamento con la cucina è fissato per l’indomani mattina. Si divertirono molto a cucinare e vennero fuori delle cose straordinarie. Andy rimase folgorato dalla dolcezza della melanzana violetta di Longobardi de.co. (la più buona del mondo!), tanto da farsi accompagnare da Salimbene a farsela tatuare da: Valering Tatoo! Andy è una persona piacevolissima, di fine intelligenza, capace e per bene. Si fa presto a diventare amici. Il cibo venne sostenuto dal Greko 2018, e da due vini rosa, uno dei due si chiamava Ji Jan (2018, strepitoso) sembrava la base per un metodo classico. Il carattere di questi vini mi convince. Chissà…! Greko Denominazione: Calabria IGT Anno: 2019 Tipologia: vino bianco fermo Vitigni: greco e altri vitigni bianchi locali Formato: bottiglia 75 cl ℮ Alcool: 11 % Vol. Fermentato e affinato in kvevri (anfore) georgiani per 9 cicli lunari sulle proprie bucce, poi pressate nuovamente. Non filtrato, non solfitato, non additivato. Vino di pronta beva ma se qualche bottiglia la conservate non ve ne pentirete. Abbinamenti: bene con il pesce delicato quando è giovane, ideale da adulto con pesce di carattere anche dai gusti selvatici. Costo della bottiglia € 25,00 Un libro accanto: …E di passione Q. B. di Paola Gula ed. Golem Disponibile anche annata 2018 - 10,5 % Vol.
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